
AVEVO UN PITTORE PER AMICO...
Gianni Venturino
Mi diceva che dipingere è un’emozione: un’emozione che dal cuore scivola sulla tela, e si vorrebbe trasmetterla a chi guarda; ma nessuno sa come l’immagine nasce e prende forma e colore, nessuno immagina le perplessità, le fatiche, le attese, le delusioni, i ripensamenti e i rifacimenti, la decisione di fermarsi e dire “ho finito”. E quando dipingere diventa mestiere e ragione di vita le difficoltà di gestirsi con abilità aumentano.
Questi gli argomenti che io e Mario dibattevamo sempre, più spesso nelle giornate estive, quando le occasioni di incontrarsi erano più frequenti, e lasciavamo Milano nei suoi mesi più torridi.
è abbastanza assurdo parlare di sentimenti in questa sede, ma Mario Rossello aveva un carattere intriso di una bontà istintiva, semplice e profonda.
La sua amicizia era sincera e anche il cliente diventava sempre un amico: l’esito brillante della sua carriera era forse dovuto, in piccola parte, anche a questo. Oggi trionfano i suoi grandi alberi, tranquilli o scompigliati dal vento, fastosi nelle dimensioni, protesi verso il cielo, sbriciolati in mille e mille tracce di foglie, ricchi di dettagli e di colori, variegati nelle forme, ora esili ora forti, patinati e lucidi quando la materia è il marmo, o il metallo, o la ceramica: e traggono intensa energia dalla luce rasserenando lo spirito.
è la pittura vivace e sapiente che sgorga dalle mani e dal cuore di un uomo di straordinaria sensibilità, felice e incapace di insuperbire per i suoi successi, un uomo che a distanza di tanti anni, riesce ancora a farsi rimpiangere.
Savona, 15 giugno 2012